On air:”Embryonic Journey- Jefferson Airplane”
Tornando a casa, le tasche si riempivano di legnetti e conchiglie, di vetri colorati, sbiaditi e arrotondati.
La pelle portava il segno dei pomeriggi passati sugli scogli a osservare i pescatori e a rubare consigli su come infilare al meglio quei lunghi vermi su minuscoli ami.
Passavo le giornate con lo sguardo fisso sul galleggiante fluorescente, intenzionalmente lontana dalla fila di asciugamani colorati e dal rumore.
Il mare mi bastava.
Mi bastava il continuo ritornare delle onde e il luccichio del pesce che usciva dall’acqua contro voglia, le mani dentro la sabbia fredda, il vento salato sul viso e le mie lentiggini sul naso.
Non è facile lasciare che il mare sia solo un eco dentro una conchiglia o un debole contrasto sulla pelle. Ritornare diventa ogni volta più difficile, anche se la meta non era tra quelle predilette.
Il mare è rinascita, ovunque si trovi.
Rientrare significava perdere parte di questa serenità e non potevo lasciare che fosse così.
Così prima di partire sono andata al porto e ho acquistato queste splendide alici. Il periodo è quello giusto: la stagionalità è dalla nostra parte e i prezzi si fanno più bassi.
Ho scelto il metodo di conservazione della salagione, una tecnica che sfrutta le proprietà antisettiche e disidratanti del cloruro di sodio, comunemente chiamato sale.
I microorganismi, immersi in una soluzione più concentrata, grazie alla reazione osmotica perdono acqua fino a disidratarsi e morire. A concentrazioni di sale superiori al 10% la maggior parte dei batteri è inibito e tende a non riprodursi.
Purtroppo vi è una perdita delle proprietà degli alimenti e un aumento della concentrazione di sodio, ma il vantaggio è quello di poter conservare per lunghi periodi prodotti che altrimenti deperirebbero molto facilmente.
Esistono due metodi di salagione: una a secco, l’altra in umido.
Mentre nel primo caso, gli alimenti vengono trattati per contatto diretto con il sale grosso (quello fino penetrerebbe troppo rapidamente, creando una barriera superficiale che non permetterebbe una penetrazione del cloruro in profondità), nel secondo l’alimento viene immerso in una soluzione satura di sale e acqua, chiamata salamoia.
- 1 kg di alici freschissime
- sale grosso q.b. (indicativamente il doppio del peso del pesce)
- Pulite le alici togliendo la testa e le viscere, non lavatele sotto l'acqua corrente, ma distribuitele in una pirofila con il sale grosso, facendo attenzione che siano tutte ben salate.
- Lascaitele in frigorifero per una notte.
- La mattina seguente sgocciolate il pesce e eliminate tutta l'acqua prodotta, poi iniziate ad invasare in vasi già sterilizzati.
- Procedete a strati, partendo da un primo strato di sale, distribuendo le alici nella sequenza testa-coda, così da evitare che ci siano troppi spazi tra i vari pesci.
- Chiudete con un ultimo strato di sale.
- Sopra il pesce mettete un peso, un sasso andrà benissimo, sopra ad un disco di polistirolo o di legno, così da permettere di comprimere bene il pesce.
- Lasciate i vasi in un luogo fresco e buio e eliminate di giorno in giorno il liquido che si formerà e coprendo il pesce con una soluzione satura di sale.
Con questa ricetta partecipo al contest del L’Ennesimo Blog di Cucina