On air:”Song to the siren-T.Buckley”
L’ultimo baluardo dell’antica città di Ficocle è un hotel neppur troppo invitante al confine coi bacini salanti.
Cervia sorgeva qui, lontana dalla costa, accanto alle sue terra salate, forte e premurosa come una madre. Solo nel 1697, col proliferare della malaria, l’intero centro venne trasferito a ridosso del mare.
L’aria più salubre e le 149 piccole saline artigianali fecero la fortuna di questa cittadina di riviera.
Col tempo l’ingegneria dei salinari è stata sostituita dalle macchine e da nuovi metodi di raccolta. Unica superstite a questo processo di evoluzione industriale è la Camillone, dove tutt’oggi si opera secondo gli antichi metodi, con una raccolta multipla durante tutto il periodo estivo.
Sapore di sale rinnova ogni anno l’antica tradizione della rimessa del sale dolce di Cervia.
Cornice della festa sono i luoghi di Porto Canale, il MuSa– Museo del Sale-, Torre San Michele (1691), il Magazzeno del sale (1691) e il più recente Magazzino e la Darsena (1712).
Un connubio di eventi, cibo di strada e mostre con un unico denominatore comune: l’oro bianco.
Esattamente come un tempo, i salinari trainano sulla tipica burchiella il sale nuovo, che però non viene stivato, ma offerto come augurio di prosperità e fortuna a chi assiste alla rievocazione.
Nei pomeriggi di sabato e di domenica i salinari, in cambio di un’offerta simbolica (1 euro), hanno distribuito sporte di sale a tutti i partecipanti.
Cibo di strada e gastronomia a 360 gradi. Dal cono di fritto di paranza dell’Osteria del Gran fritto, alla spuma di tiramisù con granita al caffè di Uliassi.
Convegni, mostre, l’inevitabile laboratorio didattico per imparare la “vera”ricetta della piadina Romagnola e una versione ancor più sfiziosa (se è possibile) per gustarla.
Il sale ha scritto la storia di Cervia e i suoi abitanti non lo dimenticano.
Ritornata a casa non potevo non cimentarmi subito nell’utilizzo della Mattonella dello Chef: una vera e propria mattonella fatta di puro sale dolce di Cervia che viene utilizzata alla stregua di una normalissima pietra ollare, che garantisce ottimi risultati senza l’utilizzo di grassi.
Senza salature ulteriori, il cibo viene cotto sulla mattonella riscaldata in forno e portato in tavola su questo originalissimo piatto da portata.
La mattonella si riutilizza, una volta fredda, è sufficiente pulirla raschiando la superficie da eventuali impurità con una lama.
Per capirne il funzionamento e reperire alcune ricette trovate tutte le informazioni qui.
Su consiglio dei nostri amici di ConsuMare Giusto, vi lascio invece qualche indicazione sulla scelta del tonno giusto: utilizzate tonno a ciclo vitale breve, come il tombarello, il tonno alletterato, il tonnetto striato o la gustosissima e delicata palamita.
Tra le ottime scelte in latta invece assicuriamoci la sostenibilità cercando il marchio Friend of the Sea!
- 360 g tonno
- 2 cipolle rosse
- 200 g fagioli borlotti
- timo
- 1 spicchio d'aglio
- zucchero di canna
- olio extravergine
- zenzero
- limone
- 80 g crunchy rice al limone e zenzero
- La notte precedente mettete i borlotti in ammollo con l'aglio e il timo.
- Eliminate l'acqua e lessate i legumi finchè risulteranno morbidi.
- Frullate e fate una crema grossolana.
- Scaldate il forno ventilato a 250°C.
- Tagliate le cipolle in fette da mezzo centimetro, disponetele su un foglio di carta forno o una teglia, cospargete con lo zuchero e un filo d'olio e infornate per 10 minuti.
- Tagliate il tonno a coltello in cubetti non troppo piccoli, unite lo zenzero macinato, un goccio d'olio e il limone, quindi fate marinare, mescolandolo di tanto in tanto.
- Inserite in forno la mattonella, lasciatela per 15 minuti, quindi estraetela con cautela e mettetela su ogni piatto da portata.