On air: “Je suis venue te dire que je m’en vais- Carmen Consoli”
Viste da vicino non sembriamo nemmeno poi tanto differenti: con quel corpo ossuto, per niente esile, la curva appena accennata del naso, gli occhi neri come la terra.
Mia madre ed io non siamo mai state tanto diverse, ma a sedici anni, si sa, tutto vorresti meno che avere così tanti punti in comune con la persona con cui passi ad allenare il tuo carattere feroce.
Con gli anni ho accettato quell’espressione di meraviglia sul viso di gente perfettamente estranea, che guardandomi negli occhi stilava il mio albero genealogico con la semplicità con cui si sfoglia un quotidiano.
Quello che non si vede, osservando i nostri profili così simili, è la nostra fierezza e la nostra passione per la terra.
Quello che so l’ho imparato da lei e a lei ho insegnato il mio modo di vedere il suo mondo.
Non siamo persone che si fanno regali a comando, difficilmente sposiamo le cause delle feste obbligate, ma questa marmellata è il risultato di quattro mani: le mie in cucina, le sue dentro la terra.
Non c’era modo migliore per ringraziare mia madre per il rabarbaro ricevuto in dono qualche giorno fa…Avrei voluto confezionare più vasi, ma come dire…all’orto non si comanda!
Nell’attesa che ci siano fragole e rabarbaro in abbondanza, vi lascio la mia ricetta della marmellata.
- 400 g fragole pulite
- 400 g rabarbaro
- 350 g zucchero di canna integrale
- 2 limoni non trattati
- Lavate le fragole in acqua e bicarbonato, risciacquate bene e tagliatele a pezzi (in quattro parti andrà bene).
- Lavate il rabarbaro, togliete i filamenti esterni, come fareste per il sedano e tagliatelo tutto a pezzetti non troppo piccoli.
- Mettete la frutta in una casseruola insieme al succo di limone e con lo zucchero a strati.
- Lasciate "riposare" in frigorifero per tutta la notte.
- Accendete il fuoco e fate cuocere a fuoco medio per i primi 10 minuti, mescolando e eliminando la shiuma con un cucchiaio, poi abbassate la fiamma e continuate la cottura finché la marmellata risulta aver raggiunto la giusta consistenza.
- Fate sempre comunque la prova del piattino prima di spegnere il fuoco. Ovvero far cadere qualche goccia di marmellata su un piatto freddo da freezer se rimane ferma è pronta, se scivola ha bisogno di cuocere ancora un po'.
- Se volete una texture più fine, passate rapidamente con un frullatore a immersione, se invece preferite una marmellata più rustica lasciatela così com'è.
- Versate nei vasi precedentemente sterilizzati e capovolgete.
- Avvolgete in un panno pulito e lasciate raffreddare a temperatura ambiente, quindi capovolgete e mettete in dispensa.
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10 comments
quanta autentica tenerezza.
…davvero!Quasi, quasi mi commuovo anch’io!
La memoria e l’amore per la terra sono due elementi che danno un gran sentimento alla cucina.
E da questa ricetta si sentono!
Mai provato il rabarbaro, mi inuriosisce molto.
Ciao,
F.
Il rabarbaro è stata una piacevole scoperta di qualche tempo fa…beh, molto prima ci son state le caramelle Rossella, ma questa è un’altra storia 🙂
Io fossi in te cederei alla tentazione di provarlo!
A presto
Io dovrei dirle più spesso, scandito piano, “Ti voglio bene”. Eppure fatico, a parole. Ma coi gesti e le attenzioni no, sono già più brava… e quando preparo dolci, lei li assaggia sempre.
Le tue foto… che foto, sempre.
Anch’io sai dovrei dirle più spesso quello che provo…ma sono esattamente come lei orgogliosa e impenetrabile so già che prima o poi me ne pentirò.
Spero che riesca a capirlo dal sapore della marmellata!
Guarda, non sai quanti io tutt’ora mal sopporti che mi dice che assomiglio a mia madre, visto che siamo agli antipodi caratterialmente e ci sopportiamo solo non abitando sotto lo stesso tetto, però anche io a lei devo molto e molte delle cose che so!
In questi giorni sto impazzendo: vedo delle bellissime ricette al rabarbaro in ogni dove e non riesco a trovarlo nei miei negozi di fiducia, sgrunt!
Ti capisco Silvia!
Anche noi siamo tanto diverse caratterialmente e ci ha salvato la distanza!
Io ha avuto la fortuna che mia madre abbia deciso di coltivarlo nell’orto, altrimenti in giro nemmeno l’ombra!
[…] Realizzata da Con le mani in pasta […]
Stamattina girando per i blog in cerca di confetture al rabarbaro mi sono imbattuta nel tuo Manuela, prima di tutto mi ha colpito la foto che tiene con amore quel vaso di confettura. Poi ho cominciato a leggere le tue belle parole e mi ci sono ritrovata a specchio, commuovendomi. Ora non è stagione, ma aspetto con ansia il momento di provarla. Buona continuazione Nadia.