On air: “A Sunday smile-Beirut”Mentre lei cuciva, io me ne stavo nascosta, tra le mura di quella casa immaginaria che il mobile della macchina da cucire formava una volta aperto.
Tenevo tra le mani il mio bottino: bottoni grandi e piccoli, bianchi e colorati, mi perdevo dentro l’anima di certe madreperle, le custodivo come preziosi gioielli, le alzavo verso la luce per strapparne i riflessi, poi le riponevo una dopo l’altra nella loro busta gialla.La richiesta è sempre la stessa: ad ogni compleanno, a domanda, risposta e per noi che amiamo il fatto in casa, questa è solo una scusa per immaginare forme differenti.
Perchè la sostanza rimane la stessa: una pasta frolla profumata, sbriciolata a mano, poi avvolta e lasciata riposare.
I desideri, invece, hanno forme diverse, mutano si intrecciano per poi ritornare ancora lì, al punto di partenza a ricordarti com’eri.C’è un desiderio da esprimere ad ogni candelina soffiata, un filo leggero e colorato di pensieri che ci tiene stretti quanto basta gli uni agli altri.
Il filo potrà allentarsi, sembrare poco tenace o spezzarsi a volte, ma la verità è che tra centinaia di bottoni ce ne sarà solo uno perfetto per noi, l’unico con quegli stessi riflessi che rubavamo da dietro le mura delle nostre case immaginarie e che riponevamo con cura fino ad un nuovo sguardo.
- Farina 00 g 500
- burro g 250
- zucchero di canna g 150
- 4 rossi d'uovo
- scorza di limone
- sale aromatizzato alla vaniglia
- Strofinate la farina e il burro, morbido, ottenendo un mucchio di briciolame che raccoglierete sulla spianatoia facendo la fontana; al centro mettete i tuorli e lavorateli con lo zucchero, un po’ di scorza di limone grattugiata e un pizzico di sale.
- Impastate tutto molto rapidamente; avvolgete la pasta frolla nella pellicola e passatela a riposare in frigorifero per 30′ circa.
- Riprendente la pasta e stendetela a 3-4 mm di spessore su un foglio di carta da forno.
- Con uno stampo rotondo piccolo, tagliate i biscotti, poi con un tappo di plastica leggermente più piccolo premete nel centro così da formare i bordi dei biscotti.
- Con l'aiuto di uno stuzzicadenti da spiedino bucate i biscotti e infornate in forno già caldo per 15 minuti a 180°C.
- Se preferite, una volta freddi, potete assemblarli aggiungendo un velo di farcitura (o marmellata o cioccolata spalmabile).
- Con questa dose potete realizzare un centinaio di biscotti e una crostata di diametro di 22 cm.
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12 comments
Sono perfetti! Amo la frolla!
Grazie Paola!
Anch’io l’adoro: è buona, elegante o rustica, insomma versatile e bella in ogni occasione 🙂
Tutte le volte che ti vedo/leggo, e oggi in particolar modo, mi è chiaro perchè sono felice di aver aperto un blog: perchè mi ha fatto conoscere persone speciali che mi regalano attimi così. E’ tutta un’emozione questo post, Manu. Mi ero dimenticata che mia nonna aveva una macchina da cucire (la teneva in un angolo della grande cucina!) ed è riapparso il ricordo all’improvviso, mentre rivedo bene una bambina sul letto che giocava ore coi bottoni, attratta da ogni colore e forma…
Avevo chiesto a Sweetie di fare dei biscotti-bottoni, tu come sempre leggi nei pensieri e davvero non so come faccia… ma è splendidamente splendido! 🙂
ps: anche le foto sono veramente belle, l’ultima io la stamperei!
Le parole contano proprio per questo: perchè sono memoria, emozione, passione, silenzi…I miei bottoni sono ancora nello stesso posto, anche se non apro quell’anta da tempo e forse non ci sarebbe abbastanza spazio ora,ma è come se fossi rimasta lì sotto per tutto questo tempo.
Forse è per quello che sono riuscita a rubarti questo pensiero 😉
La mia nonna faceva l’unicinetto, faceva cappelli da mattina a sera, veniva pagata 800 lire a cappello. Io non giocavo con i fili, mi provavo i suoi cappelli e giocavo con l’uovo di legno quello per rammendare i calzini. Cosa mi hai fatto ricordare Manuela! I tuoi bottini sono carinissimi, immagino che quelli cuciti ” a nodino” siano difficili da perdere…
Me lo ricordo anch’io l’uovo da cucito!
Il mio- o meglio sarebbe dire quello di mia mamma- era di metallo, lucido, perfetto, roba da perdercisi le ore 🙂
Immagino la bellezza dei cappelli di tua nonna, con la giusta dose d’invidia che provo ogni volta che vedo qualcuno capace di creare con le proprie mani…grazie del tuo ricordo.
non smettero’ mai di dirtelo, ogni volta che leggo le tue righe, mi sento cullata in mille emozioni, oltre ad essere molto brava a scriverle le trasmetti anche con e tue ricette.
Grazie e lascio qui il mio abbraccio!
Grazie Patrizia!
Riesci sempre a commuovermi,grazie davvero!
Cara Manu, ma lo sai che da piccola in qualunque casa mi lasciasse mia madre, non importa se da mia nonna o da mia zia, c’era sempre una macchina da cucire sotto cui giocare…ovviamente anch’io avevo un sacchetto di raso pieno pieno di bottoni con cui giocare 🙂 oggi mi sento più ispirata verso i tuoi, quelli di pasta frolla poi un te ci starebbe bene… resta solo incontrarci 🙂
Forse un tempo era “normale” cercare di creare, cucire, sistemare, forse è per questo che mi affascinano tanto gli artigiani o chi non si circonda solo di cose, ma che ad ogni cosa regala un’anima.
Sono sempre più convinta che si tratta solo di tempo, il giusto tempo dell’attesa,ma che questa pausa a base di bottoni, frolle e parole ci sarà!
Il regalo più bello è saper riconoscere il nostro bottone, quello più giusto, quello che ci illumina il volto di riflessi d’argento.
Sì, quel bottone che magari è rimasto a lungo nascosto, ma che ti illumina subito, non appena il sole lo colpisce per sbaglio!