On air: “ÞAð Sést Ekki Sætari Mey-Björk”
Natale era fatto di trecce strette, strette e vestiti nuovi, quelli misurati sulla sedia della cucina, con gli spilli che pungevano quando ti muovevi per noia o per irrequietezza.
Di tortellini in brodo, mandarini e frutta secca, delle cartelle della tombola e delle partite a “sett’e mez”. Di regali imperfetti fatti a mano e biglietti di carta di giornale.
Le corse nella camera dei cugini, la sedia, ancora una volta, ma per recitare la poesia, le polaroid che asciugavano piano e noi che rubavamo i secondi soffiando forte sulla pellicola. Per un po’ l’ho odiato il Natale. Credo che sia capitato in quel lasso di tempo che va tra la poesia sulla seggiola e il primo bicchiere di Moscato.
Le pentole si erano fatte più piccole, come la magìa. Niente più corse in camera dei cugini, niente più vestiti misurati giorno, dopo giorno, per vedere se la gonna pesava in maniera uniforme, solo un’inutile attesa lunga ventiquattro giorni e il desiderio di essere altrove. Per un po’ ho ceduto in totale mollezza a questa aridità da preparativi e a sostenere la mia causa c’erano un milione di buone ragioni accumulate negli anni.Non quest’anno, però. Quest’anno ho voluto dimenticare le buste chiuse invece dei regali homemade, la casa vuota, gli alberi senza luci e ho scelto di tornare ad essere quella bambina sulla sedia.
Un po’ per me, un po’ per i miei bimbi, un po’ perchè quest’anno è stato già fin troppo lungo e difficile senza aggiungere altra tristezza gratuita a questi giorni di festa.Con oggi inizio a raccontarvi quella che sarà la mia idea di menù di Natale: poche ricette e qualche consiglio per dei facilissimi regali homemade da confezionare con le vostre mani…imperfezioni comprese!
La prima ricetta è una brioche al Moscato, per la colazione dei dì di festa, ma ancor più buona se immaginata come entrée accompagnata da una trota salmonata marinata e un’insalata invernale di finocchi e mele. La farina che ho usato per la preparazione della brioche è la Miracolo di Molino Grassi: una miscela che nasce da un progetto di salvaguardia e promozione di antiche varietà di grani teneri, recuperati nella zona della provincia di Parma da alcuni agricoltori e dallo stesso Molino.
E che questa farina abbia qualcosa di miracoloso lo si percepisce dal fatto che, pur avendo poca forza (in gergo tecnico W basso), garantisce un risultato perfetto anche per brioche e lievitati complessi come quelli natalizi.
In calce alla ricetta della brioche troverete anche il procedimento per la realizzazione dell’ antipasto.
La scelta della trota al posto del più classico salmone non è nuova da queste parti: qui potrete trovare alcune delle motivazioni per cui sarebbe buona abitudine evitare l’acquisto del salmone, a meno che non si tratti di produzioni biologiche o certificate sostenibili.
- farina di grani teneri tipo 1 "Miracolo" Molino Grassi 280 g
- zucchero di canna 30 g
- sale 4 g
- lievito di birra fresco 5 g
- latte intero tiepido 80 ml
- Moscato d'Asti 50 ml
- uova medie 1 + 1 uovo medio sbattuto per spennellare
- burro ammorbidito 80 g
- semi di papavero
- olio di semi per ungere lo stampo
- Mescolate in una ciotola la farina, il sale e lo zucchero (ingredienti secchi).
- In un’altra ciotola più grande unite il lievito con il latte e il vino, mescolando bene finché non si sarà sciolto completamente, aggiungete quindi l'uovo sbattuto a parte e amalgamate ancora (ingredienti umidi).
- Unite gli ingredienti secchi a quelli umidi e lavorate il composto finché non risulterà amalgamato, quindi coprite e lasciate riposare l’impasto per dieci minuti.
- Trascorso questo tempo procedete con una serie di pieghe serrate e fate riposare dieci minuti. Ripetete la stessa operazione altre due volte.
- Iniziate ad aggiungere il burro alla pasta, pochi pezzetti alla volta, cercando di farlo assorbire del tutto prima di inserirne dell'altro.
- Lasciate lievitare fino al raddoppio, coperto da pellicola.
- Riprendete l'impasto, sgonfiatelo delicatamente su un piano di lavoro unto con dell'olio di semi e fate delle pieghe a libro.
- Dividete la brioche in tre pezzi di uguale peso, formate tre filoncini e intrecciate i capi, serrando bene.
- Oliate il vostro stampo, coprite con della carta da forno e adagiatevi l'impasto.
- Spennellate di uovo sbattuto e lasciate lievitare ancora finchè avrà raddoppiato il suo volume, poi spennellate ancora e guarnite coi semi di papavero.
- Infornate a 175°C per circa 30 minuti in forno già caldo.
Per 4 persone:
filetto di trota salmonata 1
finocchio con le sue cime 1
mela Pink Lady 1
zucchero di canna 3 cucchiaini
sale vanigliato 3 cucchiaini
pepe rosa
olio extravergine
fette di brioche 4
Diliscate la trota, massaggiatela con il mix di sale e zucchero, le cime del finocchio pulite e asciugate e i grani di pepe. Lasciate marinare in frigorifero per 4 ore, coperto da pellicola.
Pulite il pesce, tagliatelo finemente col coltello, tenete da parte.
Lavate il finocchio, asciugatelo e tagliatelo con una mandolina. Conditelo con un filo d'olio.
Lavate, asciugate e tagliate allo stesso modo la mela.
Schiacciate le fette di brioche con un mattarello e coppatele nel mezzo con un coppapasta da 6 cm.
Tostate le fette coppate (sia il disco che la cornice), quindi assemblate il tutto: prima il disco di brioche, poi finocchio, mela e trota. Fate un altro strato e chiudete con la restante brioche.
“Con questa ricetta partecipo al contest di Molino Grassi”
26 comments
Rimango in silenzio davanti a queste parole, perché non troverei quelle giuste..
Ti dico però che leggerti in questo post è stato bello, perché per l’ennesima volta ci hai mostrato una parte di te..
..e per fortuna che questa brioche è finita qui, non poteva rimanere solo un’anteprima 🙂
Le tue parole sono perfette…non è stato facile decidere di esporsi, di raccontarsi,ma con voi ormai mi sento di poterlo fare…sono una finta dura io! 😀
Sono felice anch’io di aver battuto in velocità i ladruncoli che girano per casa, mi sarebbe proprio dispiaciuto non potervela raccontare! 🙂
Arrivo appena il tempo lo consente; mi fermo un momento a leggerre, con calma e senza intoppi … perché ti giuro che questa sofficità al Moscato mi stava facendo girare la testa da qualche giorno!!! Poi resto spiazzata dal piatto … un salato … ancora meglio!
Come la bimaba irrequieta che ero, in questo periodo di magiche attese (ho sempre cercato di sbirciare tra una casella a l’altra del calandario … ), anticipo di qualche giorno l’izio del Pranzo e ti rubo un assaggio di questa entrata. Poi rimetto tutto a posto, in modo tale che nessuno si accorga di nulla … e immagino quello che verrà … sicuro altre magie 🙂
Ti tengo una fetta sulle gambe, sotto la tovaglia Martina!
Appena arrivi ci infiliamo sotto al tavolo e ciraccontiamo qualcuna delle nostre storie preferite, vedrai che nessuno si accorgerà del pezzo mancante 😉
Ti ho già detto quanto mi piace questo post e lo confermo ora, dopo una seconda lettura… tu conquisti per la tua sincerità… tu riveli, più che raccontare… è una forma narrativa ancora più intima, più personale, più “esposta” e quindi più preziosa…
Da oggi ti ammiro non solo per le doti di panificazione ma anche per quelle manuali-creative… mi dai lezione di oggetti homemade mentre il lievito madre fa il suo lavoro? 😀 Io sono piuttosto imbranata ma adoro tutto quello che vedo nelle foto, te l’ho mai detto che ho una forte attrazione per i timbri?
A presto, prestissimo… il tempo di cercare il sidro e arrivo… 😉
E’ sempre difficile mostrarsi per quello che si è davvero,ma come dicevo a Ileana, qui mi sento di poterlo fare.
So che con voi non avrò brutte sorprese, come quando ci si trova tra amiche per un tè o un caffè più lungo del solito.
Ti do tutte le lezioni che vuoi, Francy!Anche se fidati, anch’io spesso faccio casini e cerco di rimediare alla bell’e meglio…ho collezionato una serie di regali bruttissimi nella mia carriera di creatrice di regali homemade 😉
Domenica ci divertiamo, ti faccio timbrare tutto quello che vuoi!
Manu questa ricetta è uno spettacolo: e poi lo sai che io adoro la trota salmonata?Anzi la amo perdutamente e vince di gran lunga sul salmone più grasso ma anche inutilmente più forte di sapore. E poi mi fa impazzire il modo in cui hai unito quella meraviglia di pan brioche alla trota, non sai che darei per godermi il tuo piatto magari seduta al tuo tavolo mentre mi racconti la storia di quella poesia che recitavi a Natale 😉 Un abbraccio strettissimo
p.s. mi piace sentirti parlare del Natale, ne ho bisogno e siccome non riesco ancora a fermarmi se posso mi fermo con te 🙂
Sei una certezza Laura!Non si capisce bene quando il salmone si sia infilato nelle nostre tradizioni culinarie natalizie,ma a me sembra molto più naturale una piccola trota dei nostri fiumi…o no? 🙂
Non vedo l’ora di riabbracciarti anch’io, raccontarti poesie, bere mojito-se la menta ci è concessa- panificare,magari.
Per ora mi fermo qui con te.
A presto!
É destino se non di tutti, almeno di molti, di avere un rapporto non equilibrato con il Natale. Io in generale l’ho sempre molto amato, ma riconosco che dipende molto dal momento. Mi fa piacere sapere che hai voglia di riscoprirlo un po’ e che oltre a questo, avrai voglia “di condividerlo” qui. Dopo aver assaporato il tuo briosciato allo yogurt (hai visto?) non potrò esimermi dal provare questo con il moscato! Cavolo che idea!
Sì, il Natale fa quest’effetto a molti, proprio perchè evoca ricord molto intimi e non sempre dei più felici…ma quest’anno mi rifaccio del tempo andato! 🙂
Guarda Marghe,senza presunzione, posso dire con fermezza che questa brioche supera di un bel po’ quella allo yogurt…ti toccherà confermare la mmia tesi 😉
Sembra che questo post l’abbia scritto io. E’ la prima volta che mi fermo quì e sono certa che, non lascerò più questo posto. Le tue foto, il tuo racconto, sono stati come miele per me. Mi hanno attirata, mi hanno emozionata perche’ ho sentito le tue parole come mie. Senza nessuna pretesa. Ho avvertito la stessa tristezza che ho provato io in tanti anni durante le feste di Natale. E come te, quest’anno ho acceso l’albero, ho colorato casa di oro e rosso, ho acceso candele e ho fatto un promessa: basta tristezza.
Felice di averti scoperta 🙂
Ammetto che anche la tua brioche, è stata una esca vincente 😉
Buona serata,
Anna
Sono felice che la brioche ti abbia attratta fin qui!
E’ sempre un piacere conosccere nuove persone e sapere che queste sensazioni le senti tue mi fa pensare che avrremo molto da dirci.
Benvenuta Anna Rita!
Passerò presto a trovarti 🙂
Il Natale nel cuore e la brioche nel forno: non si potrebbe volere null’altro.
Una piccola perfezione in effetti! 😉
Finalmente riesco a commentare a questo post stupendo.
Già su Facebook la fotografia della brioche mi aveva colpito. Ora leggere del tuo ritorno al Natale mi tocca nel cuore. Il mio definitivo ritorno al Natale è oramai un fatto “storico”. A 16 anni, dopo un anno all’insegno della rinascita a causa di problemi di salute, ho preso in mano le redini del Natale casalingo. Era un dovere verso chi mi era stato vicino. Preparare il Natale è la vera festa. Insegnare questo a figli e sorelline (come nel mio caso) è quello che fa del Natale tradizione.
Buon Natale!
PS Ottime anche le idee di utilizzo della brioche.
Mi sembra quasi di immaginarti Ros, tutta indafffarata ad immaginare e a programmare ricette e addobbi.
Io sto partendo un po’ in sordina, ci vorrà tempo per riassimilare questo gusto Natalizio,ma quel senso di tradizione mi sta dando grandi soddisfazioni anche adesso che siamo agli inizi 🙂
Inizio a farti gli auguri ora,
un abbraccio!
il fatto è che il natale perfetto è solo quello di quando eravamo bambini, quando era il momento magico per eccellenza, crescendo cambia tutto.
Anch’io rimpiango quei natali, ma mi convinco che i miei bambini meritano i loro propri ricordi e io voglio essere con loro a costruirli.
grazie per la condivisione, io per onorarti preparerò questo antipasto, ma ho un dubbio sul moscato, cosa intendi precisamente? moscato d’asti? di sicilia?
porta pazienza. attendo di vedere cos’altro di delizioso ci proporrai.
grazie
barbara
Che non si tornerà ad allora è cosa quasi certa,ma come dici tu, ci sono delle piccole teste che meritano di godere di questa gioia e di riempire le ceste dei ricordi 🙂
Per motivi di vicinanza e di territorio, il Moscato che ho usato è quello d’Asti, ma se hai sottomano l’altro credo che si possa sostituirlo senza problemi.
E’ stato un piacere averti qui,
a presto!
Premetto che io sono ancora in fase: un giorno lo odio e il giorno dopo lo amo il Natale. Il tuo racconto mi ha fatto venir voglia di farci pace definitivamente, abbracciarlo con tutta me stessa e non lasciare mai scappare via l’aria di festa che fa bene respirare almeno per un po’ a tutti. La brioche è fantastica,c’è poco da aggiungere se non che sto invidiando quella lievitazione perfetta. Mi piace molto anche l’antipasto con la trota salmonata e l’insalatina finocchi e mele. Un abbraccio
Manuela, riesci sempre con due parole e con una manciata di farina creare una poesia pura pura. La ricetta, abbinamenti sono davveri deliziosi, croccantezza delle mele e finocchi che incontrano la morbidezza della brioche così fine.. bella & buona..!
Sempre troppo bello arrivare qui da te, leggerti, ascoltare le tue bellissime e mai scontate proposte originali musicali…ammirare le tue foto meravigliose e piene di poesia…e rimanere estasiata dalle tue ricette….questa brioche è tutta da provare…
Un forte abbraccio
Ila
Io sono un’amante del Natale, da sempre. Per i casi della vita non son più quelli colorati, pieni di gente e sorprese di una volta, ma nonostante tutto continuo ad adorarli. E addobbo la casa, faccio biscotti, mangio in maniera vergognosa perchè tanto a Natale si può.
Perdonami, in questo caso sono rimasta ammaliata più dalle tue meravigliose bustine homemade che dalla ricetta, un’idea tanto semplice quanto deliziosa, per dirla come la mia nonna.
Te la copierò senz’altro.
buona serata
Teresa
Figurati Teresa non mi offendi, anzi!
Devo ancora riabituarmi ad amarlo così tanto il Natale, per ora fabbrico piccoli sacchetti e immagino pranzi pieni di gioia…
Buona serata a te 🙂
Capolavoro!!!
Grazie Lucilla!
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