On air: “Ode to my family- The Cranberries”La verità è che non era il numero dei miei anni a farmi sentire piccola, ma l’abilità delle loro mani, infinitamente più grandi delle mie.
Le ricette raramente finivano su un pezzo di carta: correvano lungo i fili del telefono, attraverso una gestualità che mimava alla perfezione il movimento di una frusta o quello della lama di un coltello.
Le poche ricette che venivano trascritte o semplicemente dettate, raccoglievano tutto il sapere culinario in un elenco di ingredienti, senza alcun bisogno di procedimenti o precisazioni.
La memoria, in questo caso, aveva la meglio sulla scrittura e gli errori in cucina facevano parte di un percorso ben più profondo di un semplice esercizio di stile.In questo concerto di voci anch’io cercavo di trovare il mio ruolo, affamata com’ero di quel sapere che permetteva a mia nonna e a mia madre di dimenticare i ricettari nel cassetto della credenza senza pentimento alcuno.
Io senza ricettario ancora non sapevo stare: fingevo una certa sicurezza, lo tenevo a debita distanza, buttando l’occhio per vedere se quello che stavo facendo aveva un minimo di fondamento, eseguivo alla lettera aspirando al mio primo vero momento di libertà in cucina.Per anni questa torta è stata la mia nave scuola: ha accompagnato i miei pomeriggi, le colazioni, le feste di compleanno, a lei affidavo la base del mio piacere, più per una questione di sicurezza acquisita che non per una scelta di palato.
Il colore dei tuorli che da giallo mutava in crema, le scaglie di cioccolato, tagliato rigorosamente al coltello, nè troppo grosse, nè troppo piccole, il bianco della neve ferma degli albumi, che lavoravo per primi mentre il burro fondeva lentamente.
Ognuno di noi ha una sua storia in cucina, una ricetta, un profumo a cui è più legato.
La mia aveva i toni cupi del cioccolato fondente e il profumo intenso dell’arancia: quella che spremevo e che tenevo accanto a me insieme a un buon libro nei pomeriggi dopo la scuola.
Con questa torta non avevo solo conquistato una buona merenda, bensì un metro quadrato di cucina tutto per me e il diritto inalienabile di poter godere di quella libertà tanto sperata, ogni volta che lo desideravo.
STORIE DI CUCINA
Storie di Cucina è la nuova collana che il Corriere della Sera dedica agli appassionati di cucina. Un’ ampia selezione di opere letterarie a cura di Angela Frenda, in cui il cibo e le sue storie si intrecciano, unendo generi e stili differenti. Romanzi, biografie e ricettari, vite di leggendari chef e segreti di grandi autori, venti storie con in comune tra loro la passione per la buona tavola.
Apre la collana, il libro La parte più tenera di Ruth Reichl, figura di primo piano della critica culinaria mondiale.
Le due uscite successive sono Un filo d’olio della scrittrice e avvocatessa Simonetta Agnello Hornby e l’ormai noto Julie & Julia di Julie Powell, dal quale è stato tratto l’omonimo film di Nora Ephron con Meryl Streep e Amy Adams.
Fanno parte dell’iniziativa vere chicche come i libri inediti in Italia tradotti appositamente per Storie di cucina, Home cooking di Laurie Colwin e Il pedante in cucina di Julian Barnes. Nella collana molti altri titoli da Il perfezionista di Rudolph Chelminski ad Afrodita di Isabel Allende, da Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flag a In difesa del cibo di Michael Pollan. E ancora La casa nel bosco dei fratelli Carofiglio, I biscotti di Baudelaire di Alice Toklas, Chocolat di Joanne Harris, Sale e zafferano di Kamila Shamsie, In punta di forchetta di Bee Wilson, Kitchen di Banana Yoshimoto, Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel, Biografia sentimentale dell’ostrica di Mary K.Fisher, Le relazioni culinarie di Andreas Staikos e altri grandi nomi.
Il primo titolo della collana Storie di cucina è in edicola da giovedì 29 gennaio a 7,90 euro. Seguono le altre uscite con cadenza settimanale alle stesso prezzo.
Qui potete trovare la collana completa.
Ogni sapore, ogni ingrediente, si lega un ricordo, un ritratto, una foto, una parte di noi che inevitabilmente rivrivrà ad ogni morso.
- uova 3
- zucchero di canna 150 g
- cioccolato fondente 100 g
- farina 00 400 g
- burro 150 g
- latte 120 ml
- arancia 1
- bustina di lievito per dolci 1
- sale un pizzico
- *per decorare:
- zucchero a velo
- oppure
- per la glassa:
- zucchero a velo 50 g
- ½ arancia
- cioccolato fondente extra 50 g
- Montate gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale, nel frattempo fate fondere il burro dolcemente e fatelo raffreddare.
- Tagliate il cioccolato in modo grossolano. Le scaglie dovranno risultare grndi quanto un chicco di melagrana, perchè altrimenti, col calore della cottura, si scioglierebbero completamente.
- In una terrina sufficientemente capiente a contenere tutto l'impasto, iniziate a lavorare con le fruste i rossi d’uovo e lo zucchero di canna.
- Quando il composto sarà chiaro e spumoso unite il latte, il succo dell'arancia spremuta, la farina setacciata insieme al lievito e le scaglie di cioccolato.
- Unite il burro fuso, lavorando con un cucchiaio di legno, quindi unite gli albumi montati, lavorando l'impasto dal basso verso l'alto, facendo attenzione a non smontarli.
- Imburrate e infarinate lo stampo, quindi rivestitelo con la carta forno.
- Trasferite il composto nella tortiera e livellate bene. Infornate a 170°C per 40 minuti.
- Fate raffreddare e sformate la torta.
- Spolverizzate o decorate con zucchero a velo, oppure unite allo zucchero una quantità di succo d'arancia sufficiente a dare una glassa densa ma facile da distribuire. Versatela sullla torta e grattugiate del cioccolato per decorare.
21 comments
Io ancora adesso senza ricettario non so stare, ma oltre a quello cartaceo ho quello “virtuale” per buttare un occhio e capire se sto andando nella giusta direzione.
Questa torta sprigiona tutto il suo profumo e lo sento da qui.
Complimenti di cuore
Io ci provo,ma non sempre mi sento così sicura.
In questo caso aiuta aver fatto e rifatto la ricetta giusto quelle due/trecento volte 😉
Grazie cara,ti mando un abbraccio d qui 🙂
Se ci pensi, parte tutto dalle mani: le stesse che impugnano penne e scrivono ricette prima di tuffarsi nella farina o tagliare momenti, insieme al cibo…
Vedere quei fogli (con l’inchiostro di quel colore, poi!) mi emoziona, forse perchè ne ho riempiti tanti, troppi…
A me piacciono tutte le tue storie, ma so il motivo: perchè mi piaci tu, come sai essere te stessa oggi guardando con tenerezza ieri…
Gioisco per le tue novità di questo periodo che profumano d’arancia e progetti così belli meritano di innalzarsi come la tua torta… 🙂
Le mani, le mani!
Le mani sono anche la parte del corpo che nei ricordi risalta maggiormente, la prima parte del corpo che osservo in una persona.
Mi è rimasto poco delle ricette scritte di pugno dalle varie donne di famiglia,ma li conservo gelosamente, insieme all’immagine di una cucina con un lavello di pietra che una sera ho strappato da una rivista, pensando “Questa sarà la mia cucina”.
I sogni, piccoli o grandi, a volte si avverano… 😉
Ho sempre detto che cioccolato e arancia stanno bene insieme quindi immagino il sapore di questa torta favolosa, Manu <3
Un abbinamento perfetto!Io adoro come l’asprezza dell’arancia riesca a smorzare il dolce della torta.
Un abbraccio Diana, a presto!
Quando lavoravo in casa editrice in Italia ho avuto l’onore di metter in programmazione il libro della Horby, purtroppo che sia venuta via prima dell’uscita… un’amica mi aveva avvertito die questi racconti, ho chiesto a casa di comprarli e metterli via. Che li abbia fra 6 mesi o fra 1 anno, devo averli.
Relativamente alla torta mi fa ridere, sono qui alle prese con una versione simile, crederci o meno, ricetta di molti anni fa “concessami” da mia cugina..
Non so a te, ma questa “sintonia” mi ha messo di buon umore! Un bacione a presto!
Hai fatto benissimmo a farteli tenere da parte!
Personalemente trovo che siano uno più bello dell’altro 🙂
E fai ridere anche me, stavo giusto guardando l’altra torta ieri sera, quella della nonna e ripensavo a quelle che mi preparava la mia…ora quella di tua cugina, insomma…è destino! 😀
Non si deve mai aggiungere molto a ciò che scrivi. Con tre semplici parole sai incorniciare un mondo intero, o almeno è questo l’effetto che fai alla sottoscritta.
Metti una piccola nota ( magari a forma di stella ) nell’ultima pagina del tuo ricettario, che serva da promemoria e da stimolo … “ricordarsi di scrivere un libro” al più presto!!!
ps: sono una fissata per le mani …
…le tue parole mi fanno sempre un po’ arrossire,ma di quell’arrossire buono, che ne vorresti ancora e sempre.Di fissate per le mani siamo almeno in due (ma così a occhio saprei dove trovare la terza 😉 )Un abbraccio Martina e grazie davvero per il sostegno!
Bella iniziativa quella del Corriere, non conoscevo il romanzo di Carofiglio, io leggo soprattutto i romanzi dell’avvocato Guerrieri, che adoro. Per parecchie ricette vado a memoria, ma soprattutto per i dolci mi affido al ricettario, mi da maggiore sicurezza, buonissimo l’abbinamento cioccolato e arancia, amo tanto le scorzette candite e ricoperte di fondente e nella bourguignonne di cioccolata d’inverno tuffo sempre gli spicchi d’arancia, ciao!
Sono d’accordo con te Paola, davvero una bella iniziativa.Qualche libro lo conoscevo già,ma c’è anche tanto materiale nuovo a cui mi dedicherò con piacere 🙂 Adorabili le scorzette nella cioccolata fusa, mi hai fatto venire voglia di mangiarle 🙂
Bello il ricettario con i foglietti scomposti e la bella grafia!Ne ho uno molto simile con la copertina tutta scolorita!:-) Mi piace la tua scalata verso il metro quadro di cucina tutta per te, a me mia madre a mala pena consentiva di riempire la macchinetta del caffè e avvitarla e sul fuoco ovviamente la metteva lei: tutto era molto mortificante visto che molte mie compagne già cucinavano!Poi un giorno ho approfittato della sua assenza e ricordo di aver deciso di preparare come prima ricetta un sugo, un sugo come quelli delle maghe che buttano di tutto dentro per rendere l’intruglio magico vincente, quanto mi sono divertita e pensa che quella ricetta è ancora oggi uno dei miei cavalli di battaglia!Un bacio grande Manu!
Allora dobbiamo ringraziare tua madre per essere uscita di casa quel pomeriggio cara Laura!
Ti vedo imersa nei profumi e nella magia di quegli ingredienti tanto semplici quanto determinanti per la tua crescita 🙂
Mi aspetto una bella storia legata a quel sugo, ovviamente! 😉
Un abbraccio a te!
Per me, tutto ha avuto inizio con le frittelle di mele: ricordati, diceva mia nonna, sono 7 ingredienti in tutto, il resto viene da sé.
Sette ingredienti?!
Sto facendo la conta mentalmente, per testare la mia conoscenza culinaria 🙂
…il resto vien da sè, che meraviglia la tua nonna!
Complimenti Manuela, questa iniziativa di Corriere mi piace molto. Non potevano trovare interprete migliore che sapesse raccontare le proprie radici attraverso le ricette di famiglia. Meravigliosa! 🙂
Grazie Lizzy!
Io ne sono davvero onorata 🙂
Complimenti di cuore cara per queste meravigliose “storie di cucina”…la tua torta è poetica…il suo profumo arriva fin qui…sempre foto bellissime…un abbraccio
Ila
Grazie Ilaria! 🙂
Manu, sono tornata per dirti che ho provato la tua torta deliziosa! Mi è piaciuta talmente tanto che l’ho pubblicata anche sul mio blog. Buonissimissima!!!Grazie per la ricetta 🙂 <3