On air: “Land rights- X. Rudd”Ho sempre pensato al termine “ultimo” come a una parola carica di significato positivo.
Ultimo come sinonimo di decisivo, massimo, conclusivo, tutta la singolarità di un’azione o di un sostantivo, a cui raramente ho associato una connotazione negativa.
Ho avuto il piacere di visitare la Val d’Ultimo, un’area compresa tra la Val d’Adige, la Val di Non e la Val Solda, ancora poco battuta, un’oasi di tranquillità nel cuore del Parco dello Stelvio, in cui il paesaggio riesce ancora ad incantare per la maestosità e la pace.
Seicento chilometri di sentieri di diversa difficoltà tra i masi e le foreste di larici secolari (le più antiche d’Europa), si presenta così la Val d’Ultimo e con questo biglietto da visita sembra avvertirti che c’è molto altro da scoprire, se con pazienza e delicatezza, troverai la voglia di addentrarti fino alle sue cime più alte. Da Lana, ospiti dell’Hotel Schwarzschmied, abbiamo ripercorso le strade panoramiche di Santa Gertrude, fino all’ultimo maso.
In due giorni abbiamo riscoperto le tradizioni e la quotidianità di alcune delle famiglie che hanno scelto di vivere la montagna con ritmi sostenibili, pur mantenendo uno sguardo curioso e attento verso la modernità. Dalle cucine del ristorante Ulternhof, alle stalle e al caseificio bio del maso Unterschweig, si percepisce passione dalle parole delle famiglie che qui hanno scelto di restare e coltivare un progetto.
Ogni tassello crea un quadro perfettamente equilibrato, ogni ingrediente ha una sua storia e una sua appartenenza. Le erbe raccolte nei campi o coltivate nei giardini di montagna, le stalle, che solo all’occorrenza diventano ricovero per gli animali.Poco distante dalla Val d’Ultimo è possibile scoprire il versante meno noto della Val di Non, conosciuto anche come Alta Val di Non: questo altipiano ancora autentico, è costellato da piccoli borghi Proves, Lauregno, San Felice e Senale, località in cui l’antica tradizione contadina si è mantenuta ben radicata.Presso il maso Widumhof, poco distante dall’Hotel al Cervo, dove abbiamo avuto l’opportunità di degustare alcuni dei protti tipici che fanno parte del Deleg, è possibile scoprire i segreti della produzione contadina dello speck.
Ginepro, betulla e abete bianco. E ancora cumino e semi di coriandolo, sono solo alcuni dei profumi e delle spezie che potreste riconoscere annusando gli speck appesi a stagionare nella cantina di Eugenio. Presso la bottega del maso avrete solo l’imbarazzo della scelta: succhi, sciroppi di frutta fresca e dolci per i più piccoli, ma anche salumi tipici come il “Kaminwurzen” il prosciutto al fieno o la mezzena, sono solo alcuni dei prodotti fatti in casa dalla famiglia Kofler.Dallo speck al pane e non uno qualsiasi, ma lo Schüttelbrot, una pagnotta piatta e molto croccante fatta con pasta acida di farina di segale, che torna quasi come un tormentone sulle tavole altoatesine.
Al maso Raotnocker, facilmente raggiungibile a piedi dal santuario della Madonna di Senale, è possibile visitare l’antico mulino ancora operativo e scoprire l’intera filiera del grano.
In questo antico maso, specializzato nella coltivazione dei cereali, oltre che nell’allevamento di bovini e nella lavorazione del latte, avviene la trasformazione dei cereali in farina.
Con il prodotto ottenuto, settimanalmente, vengono impastati e prodotti i pani a lievitazione naturale.
La Val d’Ultimo non è solo una meta, ma uno stile di vita: sostenibile e lento. Un luogo che mi sento di consigliare a chiunque stia cercando itinerari lontani dal caos e più vicini ai ritmi naturali.Da parte mia non potevo concludere il racconto su questa vallata senza una ricetta…e nulla mi pareva più adeguato della frittata dolce sudtirolese o Kaiserschmarren.
Questo dolce simile come consistenza a un pancake più leggero, è perfetto in ogni occasione, a merenda come a colazione e la sua semplicità lo rende facilmente ripetibile in qualsiasi momento.
Chiacchierando, ho scoperto che esistono due ricette, una delle quali prevede l’utilizzo degli albumi montati a neve, ma trovandomi fuori casa, con una cucina decisamente poco attrezzata, ho realizzato la versione più semplice.
Se volete realizzare l’altra versione sarà sufficiente dividere i tuorli dagli albumi e montare a neve i bianchi: una volta amalgamati gli ingredienti (tuorli, zucchero, farina e latte), unite delicatamente gli albumi e fino ad avere una pastella omogenea.
- uova 4
- farina 0 150 g
- latte 250 ml
- zucchero di canna 40 g
- sale un pizzico
- burro 15 g
- per guarnire:
- zucchero a velo
- marmellata di ribes rosso, lamponi o albicocche q.b.
- Lavorate le uova con una forchetta, unite lo zucchero e il sale.
- Aggiungete la farina setacciata, quindi aggiungete il latte a filo e formate una pastella omogenea.
- Fate sciogliere il burro su una pentola antiaderente e versate un mestolo abbondante di composto, fate rassodare a fiamma bassa, rigirate e riducetela in pezzi con l'aiuto di una paletta di legno.
- Rigirate ancora e cuocete ancora un minuto, quindi impiattate, spolverate di zucchero a velo e servite con un cucchiaio di marmellata a piacere.
13 comments
Se volevi farmi venire voglia di andare ci sei riuscita! Una delle cose che mi attira di più delle vallate di montagna, da un po’ di tempo a questa parte, sono tutte le nuove spontanee che potrei scoprire lassù. Per ora mi accontento di quelle della mia campagna e mi godo i tuoi racconti, le tue belle foto e questa ricettina invitante 🙂
Non sto neanche a dirti che ti ho pensata e tanto, quando la signora che stava in cucina ci ha mostrato il piatto con tutti le erbe spontanee che avremmo usato per il ripieno dei ravioli di patata 😉
Ti piacerebbero quei campi, in un metro quadro c’è così tanto da scoprire che ti ci perderesti di sicuro!
Che bel posto, non conoscevo la Val d’Ultimo, grazie di avermela fatta scoprire , già il nome è bellissimo, e poi per il resto parlano le immagini, sarebbe proprio bello riuscire a passarci un po’ di tempo. Mi piace molto la loro cucina tipica e i loro prodotti vado matta per i canederli, il Kaiserschmarren non l’ho mai fatto, adesso non ho più scuse!! Ciao Manu un abbraccio..
Cara Daniela, che piacere leggerti!
La Val d’Ultimo sono sicura che piacerebbe tant a un’anima gentile come la tua, è davvero un paradiso in terra.
La loro cucina piace moltissimo anche a me ed è stato bello scoprire tante ricette che ancora non conoscevo, come i ravioli con impasto di patate o lo gnocco di patata cruda. Spero di recuperarle e condividerle con voi!
…sono curiosa aspetto i risultati della tua ricetta so già che mi piaceranno molto!!! Io sto cercando la ricetta invece di quel pane di polenta cotta di cui parlava quel signore forse sono sulla buona strada!!
Certo che me lo ricordo,avevo un po’ abbandonato la ricerca della ricetta,ma adesso che mi dici così mi metti la voglia di cercare ancora 😀 Che tenero quell’ometto!
Ricerca..
Conosco la montagna d’estate, il suo silenzio, la sua aria sempre frizzante, quei paesi con chiesetta e case che sembrano quasi disegnate, in contrasto con l’immensità degli spazi aperti e delle vallate… per non parlare delle passeggiate e delle soste nei rifugi o nei masi, che da lontano sembrano quasi un miraggio eppure all’improvviso appaiono e sanno essere accoglienti come pochi altri posti, perchè desiderati…
L’hotel mi ha fatto pensare a quello dove è ambientato l’ultimo e bellissimo film di Sorrentino, se sbirci anche solo il trailer te ne accorgi! 😉
In mezzo alle bontà che hai fotografato ci vedo bene anche un tuo pane, sai? Dalla forma tipica, come una rosetta tonda ma a forma di fiore, coi petali, hai presente? Quanti ricordi di burro e marmellata spalmati per iniziare con energia la giornata prima di salire in seggiovia o di indossare gli scarponcini… 🙂
La montagna è associata all’estate anche per me, a quel caldo che senti addosso quando sei nel pieno del cammino e all’aria fresca che ti toglie la stanchezza quando ti siedi e ti godi il paessaggio.
Devo ancora vedere il nuovo film di Sorrentino,adesso che mi hai messo la pulce devo andare assolutamente a vederlo 😉
Quei panini li ho perfettamente stampati in mente, tra un morso e un respiro, dovrò provare a farli prima o poi!
Un luogo incantevole, vorrei partire subito
Ti capisco! 🙂
Buongiorno Manuela, sono una “niu entri”. Sono arrivata qui cercando ricette di pane con farina di segale (già fatto quello con le nocciole) e mi è piaciuto subito quello che ho visto, foto, ricette, descrizioni…insomma tutto!!! Ora vedo che parli pure dei Kaiserschmarren che noi amiamo!!! La prossima volta che vai in Trentino passa per la Val di Non, precisamente al Lago di Tret, diviso tra le province di Trento e Bolzano, e prova la loro versione assolutamente unica di questo piatto. Magari ti giro la foto su Facebook. P.S.: ho già fatto anche la focaccia con stracchino e l’intreccio con confettura di ribes rosso e mandorle!!!
Buongiorno a te Viviana! Mi fa davvero piacere che ti siano piaciute le ricette 🙂
Mi sono segnata il tuo consiglio, spero di tornare presto!
Buon proseguimento