Febbraio ti fa i conti in tasca, rimescola le carte rimaste nel mazzo, spende energie per tirare le gambe al giorno, ma di notte si diverte a vestire paillettes e lustrini e ammicca alla luna.
Febbraio è una scarpa vecchia, che calza a pennello, sono i bucaneve sparsi tra i rovi bruciati, le gemme gonfie che si fan belle al sole, i fiori dei noccioli che pendono come gioielli dai lobi del bosco.
La terra alla fine dell’inverno, sembra raccogliere storie dal fondo delle pozzanghere, ruba attenzione anche ai cuori più distratti coi suoi celeste e i suoi rami argentati, confonde l’aria, lasciando percepire l’arrivo di una stagione nuova.
Alla fine del buio ti senti infallibile e leggera: l’inverno sembra solo un ricordo distante senza troppo spessore, anche se ci sei ancora dentro, non ci sono errori, nè mancanze, non c’è più quella lieve malinconia.
Il vento di certe giornate dopo il rovescio, sembra volerti spingere avanti, come la mano ferma di una persona fidata. Il cielo si ferma più a lungo sull’erba e a te sembra quasi di poterlo sentire respirare.
Febbraio è anche il mese in cui faccio i conti con quel poco che rimane nell’orto, con quel che resta. A dicembre, pur avendo la fortuna di un semenzaio coperto, ho scelto di fermarmi per ricominciare solo quando la primavera ed io fossimo state pronte.
L’anno appena passato è stato pieno di grandi novità e di impegni a tempo pieno e una delle cose a cui sono riuscita a dedicarmi sempre meno è stato- a malincuore- il mio campo.
Lui ed io siamo andati a rilento, ma non abbiamo mai smesso di pensare l’uno all’altra e con la nuova stagione ho già in mente come ricominciare.
Davanti a quella cesta piena di spinaci, la prima cosa a cui ho pensato è stata la Grecia e la torta di spinaci e formaggio: una ricetta del cuore, capace di convertire anche agli adulti più restii ai piatti vegetariani.
La spanakotiropita, o spanakopita, rientra di diritto tra i grandi classici della cucina greca: per la sua preparazione occorrerebbe una pasta fillo fatta in casa, una sfoglia sottilissima tirata con un mattarello lungo e stretto- plasti- su un piano da lavoro spolverizzato di maizena.
Dato che sono molto più umana di quanto non si creda, ho scelto la via più semplice e ho optato per quella surgelata già pronta: questa pasta fillo però, per quanto comoda, non è abbastanza lunga ed elastica per riprodurre la classica spirale cotta in teglie tonde di alluminio.
In ogni caso, vi lascio un segreto per mantenere croccante la sfoglia: una volta cotta, non coprite la torta con pellicole o coperchi, l’umidità renderebbe molle l’impasto. Piuttosto coprite il tutto o con un canovaccio pulito, o con un tovagliolo di carta e cuocetela all’ultimo momento così da evitare inutili ricotture.
Buona settimana, Manuela
- spinaci, mondati dei gambi più grossi e tritati 500 g
- olio extravergine di oliva 50 ml
- cipollotti 3
- aneto fresco o essicato a seconda della stagione
- prezzemolo fresco 1 mazzetto
- feta sbriciolata 250 g
- uova 2
- sale
- pepe
- Preriscaldate il forno a 180°C.
- Spennellate una teglia da forno con un terzo dell'olio previsto.
- Scottate gli spinaci, già mondati e lavati, in pochissima acqua ( io uso una pentola molto ampia- 30 cm diam.- a bordi alti e li faccio stufare in 3 cm d'acqua bollente, rigirando spesso).
- Scolateli, strizzateli e tritateli grossolanamente.
- In una ciotola più grande, unite gli spinaci, i cipollotti tritati, la feta, le uova, il sale, il pepe e le erbe aromatiche.
- Sovrapponete sul fondo della teglia metà dei fogli di pasta fillo già spennellati con un po' d'olio, distribuite il ripieno e coprite con la pasta rimasta.
- Arrotolate la pasta eccedente sui bordi della teglia, incidete in 12 parti (o orizzontalmente o diagonalmente), spennellate con olio e vaporizzate con dell'acqua prima di infornare.
- Cuocete per circa 40 minuti, finchè la torta risulterà dorata.
- Servite tiepida o a temperatura ambiente.
12 comments
Spanakopita come non ci fosse un domani, che del mio amore per il feta ti ho già parlato. Un piatto che conosco bene, che noi rumeni abbiamo ereditato dai vicini cugini. Ma più di ogni altra cosa, lascia che ti dica quanto sono rimasta incantata ed estasiata dalle tue parole. Il tuo ‘febbraio’ mi è entrato furtivo tra vestiti e pelle, fresco e scintillante, gonfio di linfa, mi è entrato in testa come una canzone.
” i fiori dei noccioli che pendono come gioielli dai lobi del bosco.” che da sola sarebbe bastata ad esser poesia.
Sei magica Manuela!
Ti abbraccio forte forte
Mi hanno descritta in tanti modi Rebecka, ma magica quello mai…e sentirlo dire da te, me lo fa davvero credere!
La feta qui è un amore tutto mio, ma con questa torta sono riuscita a vincere anche i più duri di cuore 🙂
Son proprio felice di averti qui!
A me febbraio non é mai piaciuto, l’ho sempre trovato un mese triste e solitario… non riesco a vederci la rinascita, proprio non ce la faccio. Complice forse il fatto che da queste parti sei solo a metà dell’opera e che ieri qui insieme ad un sole bellissimo c’erano circa -38 gradi. Mi piace pensare però che c’é qualcuno come te che in questo mese ci vede raggi di sole e germogli. Gli spanakopita (in versione triangolo) sono stati fra le prime cose che ho scelto di mettere sul mio blog… mi ricordo ancora di essere stata un pomeriggio ad arrotolare!
Poi dopo i triangoli c’é stato il borek, parente turco della tua versione di spanakopita… ed adesso che guardo le tue foto (sempre bellissime) mi viene in mente che é tanto tempo che né arrotolo, né sovrappongo… p.s non ricordo se ti ho detto che alla fine le tue focacce con farina di canapa le ho fatte (anche più di una volta) facendo impazzire anche la nonna… presto andranno sul blog, niente in contrario spero!
E’ quasi terapeutico, tutto quel spennellare, impilare fogli e arrotolare.
La spanakopita in versione triangolare mi ricorda moltissimo gli aperitivi in Grecia, la prossima volta proverò così.
A me, se han fatto impazzire la nonna, mi fa proprio commuovere, Margherita… non devi neanche chiederlo se puoi pubblicarle 😀
E cmq te lo avevo detto mi hai fatto venire voglia… di arrotolare non avevo il tempo, ma di sovrapporre si. Dunque che oggi spanakopita sia!
😀
Febbraio mi piace più di gennaio perchè tocca e accarezza marzo… è come se l’inverno facesse il suo exploit prima di ammorbidirsi e anche quando è rigido penso “vabbè, durerà poco, la primavera è dietro l’angolo, solo ancora un po’ di pazienza”… la stessa pazienza che si ha quando progetti e sogni sono nel cassetto, o tenuti al caldo sotto al canovaccio… e mi riferisco al viaggio in Grecia che rimando da varie estati, al desiderio di tornare nelle Cicladi e di scoprire i tramonti di Santorini, così come vorrei esplorare le isolette solitarie e poco turistiche, meta perfetta di funghi a forma di cuore che hanno voglia di sorridere…
Per adesso la cucina greca la mangio in un ristorante buono del mio quartiere e l’annuso da te, avvolta da una luce dorata bella intonata alla tua pasta fillo… e il verde del mio coriandolo rivive un po’ nei tuoi spinaci! 🙂
La conosciamo bene quela pazienza, quei canovacci che tengono al caldo pagnotte e sogni…io la Grecia l’ho vissuta così tanto tempo fa che mi sembra essere tornata lì, nel mondo immaginario.
Anch’io quando non so come consolare la mancanza, cerco qualche posticino dove ritrovare quell’atmosfera. Abbiamo ancora un week end in sospeso, potremmo cenare insieme ad un greco in bianco e blu 😀
La poesia tu ce l’hai negli occhi. Solo chi è capace davvero di osservare può cogliere certi dettagli, come “i fiori dei noccioli che pendono come gioielli dai lobi del bosco” (sì, lo so, già qualcuno ha citato questa metafora nei commenti, ma è talmente bella!). Non posso che condividere il tuo sguardo, anche se il mio è forse meno poetico e più pragmatico, senza però perdere di vista la magia, il miracolo della natura che si rinnova anno dopo anno, sempre allo stesso modo ma mai uguale a sé stessa. Sì, febbraio si porta dentro tutto questo. E i tuoi ultimi spinaci non potevano fare fine migliore!
Sono sicura che anche tu hai la stessa poesia negli occhi sai? La esprimi diversamente, ma l’amore di base è lo stesso 😉
Ogni stagione mi stupisce sempre, per dettagli e particolari che mi sembravano sfuggiti, come quando guardi molte volte lo stesso film…c’è sempre qualcosa che ti era sfiìuggito e il bello è essere lì a rivederlo per crescere un po’ ancora 😀
Io sono innamorata della Grecia, amo il suo mare, la sua terra e le sue ricette. Quindi non mi stupisco di essere stata rapita da questo post. Già adoro il tuo blog (che mi ha aiutato molto quando ho iniziato a panificare con la pasta madre), con questa ricetta mi hai riempito la mente di ricordi e mi hai messo una gran voglia di cimentarmi con questa ricetta. Quindi grazie di aver condiviso questa bontà! Spero di trovare la pasta fillo surgelata, che quando l’ho cercata non l’ho mai trovata!
Ti capisco bene, sono già due ann che cerco i tornarci,ma senza successo…però la cucina ha questo potere, ci calma e ci consola 🙂
Io, se posso, l’ho trovata ad una di quelle catene di supermercati con la esse molto lunga, spero di esserti stata utile! 😉