On air:”Birds- Emiliana Torrini”
Ottobre, alle 9 di mattina, si presenta con le spalle coperte di nebbia e l’oro tra i denti, la sua bocca sorridente ricorda tanto il Sud America. Tra i silenzi, distesi, gli alberi raccontano la fine della bella stagione: le insalate si arricciano, il vecchio basilico stempera quel che resta della sua allegria in un giallo sbiadito, tutto nell’orto parla la lingua sospesa dell’autunno.
Gli scheletri impettiti dei pomodori hanno l’aria di chi sfida i primi freddi a mani nude: lividi, rallentano il battito per non lasciarsi cadere, per non stingere.
Non riesco stancarmi di questa nebbia, quella che sale dal fondovalle, dei rami che spuntano sul legno vecchio puntando il cielo come un dito indice; non so fare a meno dell’acqua che svanisce nelle ore più calde, del fango sotto piedi. Vivo ogni giorno di ottobre con la meraviglia negli occhi, nella grandezza delle piccole cose, nella grazia dei particolari, fiera della bellezza decadente delle foglie secche.
In questi giorni di quiete, i lavori si son fatti brevi, nell’orto si passa più per nostalgia che per necessità, si torna all’odore di legna bruciata che sale dai comignoli, alla terra umida, al verde tenue dei cavoli.
Faccio appena in tempo a raccogliere quello che è rimasto dell’estate: gli ultimi pomodori rossi, le piccole foglie di basilico ancora intatte; mi appresto a dividere e conservare i semi, pensando già al prossimo anno e a quando questi torneranno nella terra.
#LaCucinaFelice per me è quella che arriva rapida dalla terra alla tavola, portando con sé il profumo della dedizione e della fatica. É l’anello di congiunzione tra le stagioni, è una cucina capace di trasformare un ingrediente semplice in una corona regale.
In dieci anni ho imparato ad affidarmi a quello che ci regala l’orto, a cercare ispirazione nella terra per quello che porterò in tavola, senza troppe pretese.
La cucina felice è il racconto di un cambiamento, dell’equilibrio che ognuno di noi può raggiungere, di una pacificazione con il cibo che non è assolutamente da credersi scontata. Delle 76 ricette presenti nel libro di Angela Frenda, avrei potuto replicarne molte, in primis la sua torta di mele senza uova nè burro che troneggia in copertina, ma sfogliandolo l’occhio è caduto sulle frise con cavolo nero e pomodorini sottovuoto, per i colori, per la loro stagionalità che si rispecchiava nella mia, per l’idea di una cottura sana che mantiene i sapori intatti.
Le friselle sono diventate uno dei miei pranzi salvagente: quando il tempo è poco e voglio essere comunque buona con me stessa, questo pane si presta come soluzione leggera e gustosa. E anche se, sono quasi certa che molti di voi le associno a un piatto estivo, le frise sono versatili quanto basta per essere reinterpretate con ingredienti di tutte le stagioni.
Insieme alla ricetta originale del libro, vi lascio anche il procedimento per preparare le friselle: cuocetene in abbondanza, trattandosi di un pane secco, si conserva a lungo ed è certamente utile averlo a portata di mano quando la fretta ci gioca qualche brutto scherzo!
Per chi lo volesse, La Cucina Felice si trova in libreria, edito da Rizzoli, oppure su richiesta con il Corriere della sera.
Buona settimana, Manuela
- 4 frise integrali*
- 250 g di pomodorini
- 2 spicchi d'aglio
- 1 mazzetto di cavolo nero
- basili fresco q.b.
- olio extravergine
- sale
- Lavate il cavolo nero.Con l'aiuto di un coltello eliminate la costa centrale bianca delle foglie, molto dura, poi tagliatele in due. Immergetele in acqua bollente e salata e cuocete per circa 20 minuti. Scolate le foglie e conservatele a parte insieme al brodo.
- In uno o più sacchetti del sottovuoto mettete i pomodorini ben lavati, uno spicchio d'aglio in camicia, un pizzico di sale, qualche foglia di basilico e un filo di olio extravergine. Sigillate la busta e immergetela in acqua bollente- o nel forno a vapore- per 8/10 minuti. Quando pronto, estraete la busta e schiacciate leggermente i pomodori con le mani.
- Sfregate le frise con l'altro spicchio d'aglio, ammorbiditele con il brodo del cavolo (regolatevi in base a quanto le desiderate morbide) e con la salsa di pomodorini. Accompagnate con le foglie di cavolo nero e guarnite con altre foglie di basilico prima di servire.
Ingredienti
450 g farina integrale
250 g farina tipo 0
200 g semola di grano duro
200 g pasta madre liquida
520 g acqua
20 g sale
Preparazione
Sciogliete il lievito in ¾ della vostra acqua, impastate le farine e fate riposare per 30 minuti. Unite il sale e l'acqua rimasta, lavorate fino ad avere un impasto liscio e ben teso. Coprite e fate lievitare per 2 ore a una temperatura di 21 °C.
Riprendete l'impasto, spezzate in parti da 70 g circa di peso: formate dei filoncini e unitene i capi così da formare la tipica ciambella. Disponete su una leccarda infarinata e fate lievitare per circa 4 ore coperte da un canovaccio.
Infornate a 200°C in forno già caldo per 25 minuti, sfornate, fate intiepidire 5 minuti, poi con una lama bagnata tagliate a metà i vostri pani.
Riponete nuovamente le frise in forno a 160°C per circa 20 minuti.
Sfornate, fate raffreddare e conservate in un contenitore o un sacchetto ermetico, in luogo fresco e asciutto.
4 comments
Credo che se fossimo amiche stamani ti saresti beccata una serie di messaggi polemici. Il succo di quello che avrei voluto dirti sarebbe stato “Come osi pubblicare le friselle senza avermele fatte assaggiare?”. Ma amiche ahimè non siamo, ed io sono rimasta tutto il giorno in casa con una voglia matta di friselle e l’impossibilità di andare a procurarmele al supermercato italiano, dato che mio figlio dopo aver ingoiato un tappino di venerdì ha deciso di farsi venire la febbre di lunedì… Ho provato a mangiare la qualunque, ma quell’atavica voglia di friselle é sempre li!
ps vietato dire che le avrei potute fare con la tua ricetta, ero talmente irrequieta che non credo sarei riuscita a far lievitare neppure una torta di mele!
Così mi fai sentire tremendamente in colpa!
E mi sa che nemmeno se mi metto d’impegno riesco a farti avere un sacchetto di friselle viste le distanze 😉
Ora però, l’irrequietezza sarà ben scemata, dico io, non è che ti vien voglia di impastare, vero?!? 😀
La cucina felice è un titolo bellissimo, non solo per un libro: vedrei bene un’etichetta in metallo un po’ arruginito, come piace a noi, con la font tipo macchina da scrivere, attaccata al muro o sulla porta della nostra stanza preferita, quella in cui ci lasciamo andare e il tempo, che sfreccia sempre di più, per un attimo respira…
Le friselle per me sono l’estate che non finisce mai, che vive interiormente tutto l’anno, la stagione che non abbandono mai, neanche quando indosso guanti e cappello di lana…vedere il rosso del pomodoro e il verde del basilico mi fa pensare che ottobre sorride davvero e la (tua) meraviglia degli occhi me la immagino, so che se ti avessi davanti la vedrei… e so anche perchè… 😉
Questo titolo dice molto, più di quanto ci si aspetti da un libro di ricette. Ha una storia e a noi le storie piacciono, soprattutto se dietro c’è un pensiero forte e belle persone. Questo autunno mi sta davvero stupendo coi suoi colori: mai avrei pensato di associarlo a un rosso così acceso..e invece! E il rosso ci piace sempre, un po’ come l’estate!