On air:” Senza un perchè- Nada”
Lo stesso sentiero che d’estate sembra esser preso dall’abbraccio del bosco, d’inverno se ne sta lì muto, immobile nelle sue nudità. É in quel silenzio che la bellezza si manifesta piano, nei rami allungati che disegnano l’azzurro come un intarsio o nell’acqua gelata del torrente che si chiude sulle foglie secche come cristallo.
La stagione fredda ha in sé la grandezza cheta di chi va oltre il desiderio di apparire: è necessario lasciarsi addomesticare per coglierne l’armonia. Inesperta come sono, rimango con gli occhi in attesa, cercando nel cielo i segnali più evidenti di quello che da sempre associo a questa stagione, rendendo omaggio alle nuvole basse e alla terra molle.
Dopo lungo guardare la neve è arrivata: per qualche ora, complice il freddo, è rimasta a coprire gli scarti di legna bruciata e le foglie del cavolo nero che campeggiano ancora nella parte bassa dell’orto.
Mi tornano alla mente certi adagi contadini che fanno del gelo una benedizione per la terra: in quelle foglie accartocciate si nasconde la tenerezza nuova di chi riesce a superare le avversità e ne fa tesoro, la determinazione degli umili.
Dallo sguardo alle mani è stato un respiro: un attimo prima stavo ammirando le foglie, un secondo dopo le stavo raccogliendo, ammaliata com’ero da quel loro verde cupo, morbido come velluto.
La scelta su come cucinarlo è arrivata solo in un secondo momento, grazie a Tommaso, un lettore del blog. Un suo commento alla mia foto sulla pagina facebook mi ha incuriosita e mi ha portata proprio alla ricetta della farinata che vi riporterò qui sotto.
Il bello della rete è proprio questo: un inevitabile intrecciarsi di storie e persone che sembra non avere mai termine. Le ricette sono solo il mezzo, in ognuna di esse è nascosto un percorso, una racconto, un perché e il bello sta nel poterlo cogliere tra le righe.
Grazie dunque a Tommaso per la ricetta e per l’ispirazione!
La farinata di cavolo nero è un piatto povero, invernale fino al midollo, ma non per questo manca di sapore e di cremosità. È un piatto completo, perché insieme alle verdure, questa zuppa prevede l’utilizzo dei fagioli e della farina di mais da polenta.
Se nella ricetta originale si usano i cannellini, io ho optato per i fagioli zolfini, una qualità rarissima coltivata nella Val d’Arno. Si tratta di fagioli piccolissimi- nell’ordine di grandezza di un centimetro- la cui buccia risulta essere molto fine e digeribile e che non necessitano ammollo come i comuni fagioli secchi.
Buona settimana,
Manuela
- 1 Kg di cavolo nero
- 2 spicchi d'aglio
- 1 carota
- 1 cipolla
- 1 costa di sedano
- 40 g di farina gialla
- 200 g di fagioli zolfini secchi (in alternativa cannellini)
- 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
- 1 dl di olio extravergine toscano
- Rosmarino e qualche foglia di salvia
- Lessate i fagioli in abbondante acqua salata con salvia, uno spicchio d'aglio in camicia e rosmarino. Preparate a parte un battuto grossolano con carota, sedano, cipolla e fatelo rosolare in casseruola con un filo d'olio. Eliminate la costola centrale dal cavolo nero e tagliatelo finemente, poi unitelo al battuto.
- Fate cuocere 5 minuti, salate e pepate, quindi aggiungete il concentrato sciolto in poca acqua di cottura dei fagioli. Fate bollire il tutto per circa un'ora circa, il cavolo dovrà essere morbido, sfatto, poi unite una parte dei fagioli interi e il resto passato in una purea molto densa.
- Diluite la minestra con sufficiente acqua calda, dovrà risultare semiliquida; versate a pioggia la farina gialla e fate cuocere per circa 20 minuti mescolando di tanto in tanto. Servite la farinata cosparsa di olio e pepe nero macinato al momento.
16 comments
Ho scoperto il cavolo nero solo quando sono arrivata in Italia e solo quando sono andata a vivere da sola l’ho cucinato in tutti modi possibili. Confesso la mia enorme ignoranza su molti piatti di tradizione, tipo questo della farinata. Ma mi piace colmare le lacune e visto quanto amo ogni singolo ingrediente di questa ricetta, non mi resta che prepararla. La cucina contadina è quella più affine alla mia anima e più contadino e rustico di questo, a guardarmi intorno, non trovo.
Meravigliosa e meravigliose le foto e meravigliosa la Signora Inverno che si veste di pizzi, cristalli e veli, proprio come una sposa. Sei stata accontentata, anche se per breve tempo, io invece sono ancora qui che spasimo per un fiocco di neve, fosse pure uno -sono una gran bugiarda, non mi basterebbe, vorrei distese e cumuli nei quali sprofondare-.
Un abbraccio
Io ho scoperto il cavolo nero solo una decina di anni fa, non amavo la famiglia dei cavoli in generale, ma tra i tanti è quello che preferisco. Lo so che ne vorresti montagne (di neve), come me del resto…quell’assaggio è stato un lenitivo ma ora ne vorrei ancora e ancora. Teniamo le dita incrociate, non è poi tanto tardi! 😉
Un abbraccio!
Ecco la mia Manu che mi trasmette calore anche quando posta foto di neve… è una piccola magia, sai? Vedo quel trittico e… sarà merito anche della ciotolina calda, ma non ho per nulla freddo. E il cavolo nero che ha vinto il gelo e tutto orgoglioso sta lì dritto, senza piegarsi troppo, beh, mi trasmette tanta forza! Se lo ammiro attraverso i tuoi occhi l’inverno mi appare bello, eh sì… altra magia, perchè io già sto contando i giorni che mi separano da marzo! 😉
La tua zuppa ha anticipato la mia, come se la tua mente avesse letto il mio desiderio e per via di quelle cose strane che legano i pensieri (altra magia ancora, e tre!) anche a distanza tu abbia cucinato al mio posto! Nella mia minestra non avevo contemplato la farina gialla, ma a vedere la consistenza corposa credo che tirerò fuori il barattolo dalla dispensa!
hai colto al volo!Mi piaceva quell’immagine proprio perchè trasmetteva la forza di chi non si lascia cadere: non ci sono nè gelo, nè freddo che tengano, certi ortaggi, così come certe persone non smettono di profumare, di esserci anche di fronte alle intemperie…La telepatia è sempre dietro l’angolo! 😉
L’inverno è agli sgoccioli e marzo arriverà e noi abbiamo già dei buoni motivi per aspettarlo.
Un abbraccio
Ma che bella ricetta, complimenti
Grazie mille Alessandro!
Mi piace! La zuppa, che, avevi ragione, è proprio per me (ma di dubbi ne avevo pochi), e il modo in cui riesci a descrivere questa stagione, e le stagioni in generale. Sarà la dimensione della campagna e del bosco che in qualche modo ci accomuna, ma mi ci ritrovo sempre tanto. Anche qui una spolverata di neve l’abbiamo vista, ma le piante di cavolo nero, più che la neve, hanno sofferto molto il gelo, che per due settimane è arrivato a livelli che non si vedevano da anni da queste parti. Mi toccherà aspettare un po’, ma non vedo l’ora di provarla! E chissà che non dia fondo al portafogli per un pacchetto di zolfini, che sono tanto buoni ma costano un occhio!
In ultimo, mi piace questo intreccio coi lettori, lo trovo davvero bello. Quindi ringrazio Tommaso anche io, ottima ricetta!
Vedi che un pochino ti conosco!? Lo so questa dimensione un po’ nostra la capiamo nei racconti l’una dell’altra e riesco anche a immaginare le foglie del tuo cavolo, perchè da quando la neve è andata è tutto ammosciato e fa tenerezza. I fagioli zolfini li avevo presi al consorzio a Siena a novembre e mi sono un po’ obbligata data la cifra, ma ho già rimediato i semi per metterli nel campo quest’estate, così problema risolto! 😉
Un colpo al cuore. La farinata di cavolo nero è una delle poche ricette di famiglia. Mia nonna, mamma del mio babbo, ha insegnato a mia mamma a fare questa zuppa, forse l’unica ricetta che le ha passato. In Toscana del cavolo nero siamo dipendenti e niente scalda l’inverno più della farinata, almeno in casa nostra.
Il racconto poi <3, è sempre un piacere leggerti. A presto
Vedi, la meraviglia sta proprio in quella ricetta di tua nonna e ammetto che un po’ d’invidia per quel tuo tesoro ce l’ho! Ogni volta che raccolgo il cavolo nero penso un po’ a che bel popolo siete voi toscani e mi viene immediata la voglia di tornare 🙂
É da quando ho visto pubblicata una di queste foto su Fb che cerco il modo di venire a lasciarti un commento… ma si sa questa stagione in qualsiasi continente tu risieda non risparmia nessuno. E cosi, fra termometri, tosse, nausee varie, la settimana é volata. Adesso sono qui, nel silenzio della casa che dorme (urrà!) e di una tempesta di neve che aspetto da quando sono tornata dalla mia vacanza italiana, a ringraziarti per aver puntato i riflettori su un piatto che si vede sempre superare in notorietà dall’osannata ribollita ma che non ha nulla da invidiare in fatto si sapore e tradizione. Sono sicura che la farinata non é avanzata, ma se tu la dovessi preparare ancora, ti consiglio di tenerne una piccola parte da parte, e una volta fredda tagliarla a fette e arrostirla, o meglio ancora, friggerla!
Ti capisco bene (anche se cerco di non dirlo ad alta voce, per noi quest’inverno è stato clemente,ma so cosa significhi…purtroppo!), l’importante è che ora le cose siano tranquille… Ora che ho provato questo piatto posso dire con certezza che tra ribollita e farinata, per me, vince la seconda…è così cremosa che quasi non ci si crede! Ora che mi ha rivelato questo segreto me lo tengo stretto per la prossima volta 🙂 Grazie e un bacione!
Vista la foto della ricetta, lette le tue note ed è stata passione….. ho dovuto (proprio come MUST assoluto) acquistare gli ingredienti e preparala. Una delicata combinazione di sapori ed una consistenza che avvolge il palato e ti fa sentire coccolata, in queste giornate fredde. Tra l’altro non ho dovuto modificare nulla, per adattarla alla mia bimba celiaca ! Quindi grazie Manuela: mi piace il tuto sito, mi piace questo “zibaldone esistenziale-culinario”. Questa sera, senza marito e figli, mi dedicherò alla torta sablé con crema di mascarpone e pere…. perché è scattato un altro “la devo fare…subito!” Bibi Franco
Grazie Camilla!Non hai idea della sferzata di vitalità che mi hai trasmesso 🙂 Benvenuta tra noi!
…e buon lavoro 😉
Ciao, ti seguo su IG e finalmente ho trovato il tempo di sbirciare tra le tue ricette! Lo scorso fine settimana ho provato questa, adorando il cavolo nero, ma ho sostituito i fagioli con i ceci (che avevo già a casa)… buonissimaaaaaa!!! Ho convinto persino il mio compagno, il quale aveva esordito con “non amo il cavolo nero” 🙂 e per farlo contento, ho aggiunto un po’ di peperoncino, risultato TOP! Grazie! – Emanuela
Grazie Emanuela! Non sai quanto mi faccia felice il tuo punto di vista, anch’io ho un compagno anti-cavolo nero,ma lo aveva apprezzato, evidentemente funziona! 🙂