On air:”Fiori immaginari- Diodato”
Faccio così, io. Mi innamoro dei periodi, delle persone, ne sento l’odore a distanza di anni, sempre pronta a cedere il mio cuore dentro una scatola con tanto di fiocco rosso, come fosse la cosa più naturale…e, forse, lo è.
A qualcuno l’ho chiesto indietro il cuore, che a certe persone ho imparato a non far né regali né prestiti, ad altri ho lasciato anche un biglietto per non dimenticare nemmeno per un secondo la bellezza degli attimi trascorsi insieme.
Anche se a cedere il cuore, ad abbandonarsi, si rischiano le spine, quelle sottili e fitte che solo un limpido dicembre può dare.
Un Natale fa.
Un Natale fa, la tavola era bella nel viola del lino, nel cesto del pane fatto in casa, nei riflessi dei vetri delle verdure e dei funghi sott’olio. Accanto a me avevo le persone con cui tutt’ora divido tanto, gioie e disavventure, e, in qualche modo, quella tavola aveva a che fare con la perfezione.
Mi ero ripromessa di raccontare un po’ delle ricette passate, dei ricordi e dei momenti che negli anni hanno reso tanto speciale questo periodo, per chiunque avesse ancora bisogno di storie buone, di scatole da chiudere con un nastro rosso, di odori da ricordare a lungo.
Ora che dicembre è davvero tornato, è arrivato anche il momento di iniziare a raccontare.
Le montanare, per chi non conoscesse queste piccole pizze fritte, sono un vanto della cucina partenopea. Di origine antica, pare che siano state portate a Napoli proprio da certi forestieri che arrivavano dalle montagne, da qui il nome.
L’impasto è semplicissimo e la guarnizione lo è altrettanto: salsa di pomodoro, di quella buona e ben ristretta, pecorino in scaglie e una foglia di basilico.
Come quegli stessi forestieri, ho portato queste piccole pizze fritte lontano, un po’ per raccontare di nuovo le storie andate, un po’ per dare un sapore nuovo a un piatto che già tanto amavo.
Vi lascio con questa prima idea per il vostro antipasto dei giorni di festa,
buon inizio dicembre a tutti!
Manuela
- 500 g di farina di grano tenero tipo 1
- 275 g di acqua
- 8 g di lievito di birra fresco
- 10 g di sale
- 1 cucchiaio d'olio extravergine
- 2 l d'olio di arachide
- Per guarnire
- 500 g di salsa di pomodoro
- 1 spicchio d'aglio
- Olio extravergine q.b.
- 1 mazzetto di basilico
- 70 g di pecorino stagionato
- pepe nero (facoltativo)
- Sbriciolate il lievito nella farina, unite l'acqua e l'olio e lavorate fino ad amalgamare il tutto. Unite il sale e lavorate ancora finché l'impasto risulterà liscio e teso.
- Disponetelo in un contenitore, coprite e lasciate lievitare fino al raddoppio.
- Spezzate la massa in pezzi da 30 g circa, formate delle palline e lasciate lievitare nuovamente, sempre coperte, così da evitare che l'impasto secchi.
- Scaldate un filo d'olio in una casseruola, unite l'aglio sbucciato e schiacciato e unite la salsa; fate asciugare bene il sugo, salate e spegnete.
- Preparate le scaglie di pecorino e tenete da parte; lavate il basilico e asciugate delicatamente le foglie.
- Scaldate l'olio e una volta pronto, schiacciate leggermente le montanare e friggetele un paio alla volta. Rigirate con la schiumarola dopo qualche secondo e ripetete fino a quando non si sarà gonfiata completamente. Cuocete fino a doratura e asciugate su carta assorbente. Guarnite con la salsa, il pecorino e il basilico e servite.
4 comments
Ho appena raccolto melograni in abbondanza, lasciandomi un po’ trafiggere da quelle spine che dici, che alle volte trafiggono anche il cuore. Ma c’è il sole oggi, e questo dicembre pare un po’ meno freddo.
Qui aspettiamo l’immacolata per fare i panzerotti, che non sono poi così distanti da queste tue piccole delizie. Non è una mia tradizione, ma l’ho adottata immediatamente, senza pensarci nemmeno un secondo 🙂
Un abbraccio!
(sappi che il tuo biglietto, scritto a mano, io me lo tengo stretto e sta come segnalibro nella pagina della ricetta che ho scelto come”preferita”…)
(ma nel pacco non poteva entrare anche una pallina fritta? O avrebbe unto tutta la carta? Ahahaha)
Quali sono, indicativamente, i tempi della prima e della seconda levitazione?
Grazie
Vittoria
Buongiorno Vittoria, generalmente a 24 gradi il raddoppio avviene in 3+ 1 ora e trenta circa. Se può esserti più comodo puoi tenere una noce di impasto come spia in un bicchiere graduato e verificare così lo sviluppo.
Buona giornata