Fine di una domenica qualsiasi e di un altro pranzo non qualsiasi.
I nostri pranzi hanno una durata natalizia da molto più tempo di quel che mi ricordi, anche d’estate.
Amo la convivialità, stare seduti attorno ad una tavola più o meno imbandita, scambiarsi involontariamente di posto e ritornare a parlare lentamente, perdendo il ritmo del tempo.
Nonostante questo a volte vorrei essere capace di non perdermi dietro le formalità: godere di una semplice aglio e olio senza sensi di colpa, perchè la vera convivialità non ha problemi di tovagliato o di menù scontati, la convivialità parla da sè, indipendentemente dalla scelta degli abbinamenti.
Colpa dei geni o di un imprinting sbagliato?
RISOTTO CON CREMA DI ZUCCA AL TIMO MANTECATO AL BITTO
Di stagionalità parlo sempre volentieri, di stagionalità legata ai formaggi non si parla spesso, ma sarebbe buona pratica da adottare.
Così se vi capita di cercare qualche informazione circa il bitto scoprirete che “il bitto del Presidio Slow Food si produce solamente nei mesi estivi. Secondo l’andamento climatico, la produzione oscilla dai 60 ai 90 giorni. La stagionatura minima prevista dal disciplinare del Presidio è di 12 mesi, ma può essere protratta fino a 10 anni” (fonte- Presidi Slow Food)
Ingredienti (dosi per 4 persone)
320 g riso carnaroli o arborio- 1 l di brodo vegetale- 250 g zucca- 150 g bitto- timo- mezza cipolla bianca o dorata- 1 bicchiere di prosecco- olio extravergine- burro- sale.
Preparazione
In un tegame fate appassire con un filo d’olio la zucca tagliata a pezzetti e il timo, stufatela finchè sarà morbida, poi passatela al mixer. Fate rosolare la cipolla tagliata finemente insieme a una noce di burro, versate la crema di zucca, tostate il riso e sfumate con un bicchiere di prosecco.
Continuate a mescolare e bagnate col brodo bollente quando necessario. Quando mancano un paio di minuti dalla cottura, salate e lasciate il riso all’onda, versate il bitto fatto a pezzetti per la mantecatura, mescolate e spegnete. Coprite e lasciate riposare per un paio di minuti prima di servire.
5 comments
Concordo! La vera convivialità la fanno le persone sedute al tavolo e all’atmosfera che creano,fosse anche davanti ad una pastina 🙂
..e della zucca che dire?è uno dei motivi per cui amo l’autunno!
Ecco, magari la pastina la eviterei che mi fa molto convivialità ospedaliera,ma un bel piatto di bollito misto te lo approvo!:)
Bello bello e bello questo blog!
Son d’accordo con te la convivialità nasce anche in una cena improvvisata con una pasta aglio e olio, ma a volte una tavola ben apparecchiata è una coccola in più per l’ospite e anche per me che spesso, durante la settimana mi ritrovo a mangiare di corsa.
Grazie!!Sono felice che ti piaccia!In effetti credo che il motivo sia un po’ quello:mi piace che i miei ospiti si sentano di essere persone a me care,che il menù sia pensato appositamente per chi viene a sedersi alla mia tavola…è una specie di abbraccio in più!
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