Mi credereste se vi dicessi che scavare una buca di due metri con pala e piccone può rendervi molto, molto felici?
Quando sono partita dieci anni fa per il Messico non lo avrei mai detto, ora rimpiango fino all’ultima vescica sulle mie mani, come uno momenti di più alta serenità.
La buca si trovava nel cortile di una piccola scuola di quartiere e, alla faccia della sicurezza, il mio compagno di viaggio ed io avevamo aperto il profilo nel terreno per poi tornare solo in un secondo momento a richiudere la buca.
Una mattinata intera sotto il sole, ecco il tempo che impiegai a ripristinare il tutto.
Il premio per tanta solerzia, me lo diedero proprio le maestre: una bella fetta di Rosca de Reyes, uno dei dolci più tipici del Messico per la festa dell’Epifania.
A questa ricetta è legata un’antica usanza: chi prepara la ciambella deve nascondere nell’impasto un pupazzetto di ceramica. Il fortunato, o la fortunata come in questo caso, che mangiando la sua fetta riesce a scovare El Nin͂ito (sì, proprio lui, non proprio un bambinello qualsiasi) nella propria fetta di torta viene baciato dalla fortuna per l’intero anno a seguire.
Indovinate un po’a chi diede il bacio in fronte la dea bendata?
ROSCA DE REYES o CIAMBELLA DEI MAGI
Come in tutte le ricette della tradizione ci sono delle regole da rispettare:
1. Le piccole sorprese nascoste al suo interno ( per me una moneta da cinque centavos, il bambinello recuperato quel giorno e una punta di ossidiana trovata picconando qua e là…), devono essere in numero inferiore rispetto al numero dei commensali, altrimenti che fortuna è?
2. Il fortunato sarà però obbligato a dare una festa il 2 febbraio, nel giorno della Candelora e a cucinare tamales per l’occasione.
3. Il dolce deve essere tassativamente mangiato il giorno 6, se non si vuole incorrere nella maledizione della bruja maléfica (strega).
4. La ciambella non viene farcita con alcunchè, ma servita con una tazza di cioccolata fumante, più liquida della cioccolata a cui siamo abituati.
Questa versione della rosca de reyes esteticamente non ha nulla di classico: se avete tempo e voglia di cercare immagini della tradizionale ciambella messicana, vi accorgerete che non c’è nessun candito color rubino, né smeraldi, insomma una corona per Magi piuttosto poverelli, solo una lieve spolverata di zucchero a velo a ricordare le scintillanti corone dei re.
L’ispirazione, nonché la ricetta, l’ho scovata qui poi, cambiando qualche dettaglio, l’ho resa un po’ più mia.
Ingredienti (dosi per due ciambelle)
Per lo zucchero aromatizzato: 120 g zucchero di canna- la buccia grattugiata di un limone non trattato- la buccia grattugiata di un’arancia.
Per la biga: 70 g latte a temperatura ambiente-10 g lievito di birra- 130 g farina di tipo manitoba- un cucchiaino di zucchero di canna.
Per la pasta: (tutti gli ingredienti a temperatura ambiente) 60 g latte-70 g burro- 2 uova di media grandezza-120 g lievito madre rinfrescato- 450 g farina di tipo manitoba- 1 pizzico di sale.
Preparazione
In un mixer di piccole dimensioni tritate lo zucchero con la buccia dei due agrumi e mettete da parte.
In una terrina mescolate gli ingredienti per la realizzazione della biga, fino ad ottenere una piccola palla. Riempite un contenitore a parte con acqua tiepida, in maniera tale che, mettendo a bagno la biga, questa risulti completamente ricoperta d’acqua. Lasciate la biga a bagno circa 15 minuti, o comunque il tempo necessario per venire a galla e a raddoppiare il proprio volume, toglietela dall’acqua e iniziate con la preparazione dell’impasto vero e proprio.
Inserite tutti gli ingredienti nella planetaria (farina, sale, zucchero aromatizzato, lievito madre disciolto nel latte, uova e infine la biga), tenendo per ultimo il burro.
Una volta che l’impasto inizia a formare una palla, allora iniziate a introdurre il burro a pezzetti e lasciate lavorare per circa cinque minuti. Spegnete e riavviate una seconda volta per qualche minuto ancora.
Lasciate lievitare la massa o a temperatura ambiente per circa 3-4 ore oppure in frigorifero per la tutta la notte, ricordando di prelevarla almeno un’ora prima del suo utilizzo.
Per realizzare la formatura tradizionale potete osservare i vari passaggi qui.
Se invece volete una ciambella come da foto, dividete l’impasto in due pezzi e poi ancora in piccole palle da 90 g ciascuna (ne occorreranno sei) e inseritele in uno stampo a cerniera da 23 cm, se preferite con della carta da forno sul fondo.
Mantenete la distanza di un dito tra le piccole palle di impasto. Se temete che possa chiudersi il foro centrale, potete inserirvi un piccolo ramequin leggermente imburrato.
Pennellate di latte e lasciate riposare un’ora circa. Riscaldate il forno a 180°C in forno statico, infornate per circa 30 minuti, coprendo con dell’alluminio se la rosca dovesse apparirvi troppo colorita.
Ora il problema è solo di riuscire ad attendere il 6 gennaio prima di addentarla e capire chi di noi si aggiudicherà il titolo di Re per un giorno, scovando El Nin͂ito o la moneta da cinque centavos.
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17 comments
Il mio cuore è in Messico: l’ho lasciato lì 8 anni fa e presto dovrò tornare a riprendermelo! Questa tradizione non la conoscevo e ti ringrazio per avermela fatto scoprire: mi sa che questa Rosca de-Reyes a questo punto dovrò prepararla anche io per l’Epifania!!!
Che combinazione!
Io pure,ho un pezzo di cuore che non ne vuol sapere di tornare…bisognerà porre rimedio prima o poi!
Dai! Organizziamoci!
Fosse per me, anche subito! 😉
Adoro le ricette legate ad una tradizione, mi fanno tornare bambina.
Questa corona mi sembra ottima per la prima colazione, perfetta da inzuppare nel caffellatte!
Ah auguri di buon anno, non te li avevo ancora fatti!
E’vero le ricetta tradizionali hanno quel non so che in più,forse proprio perchè ognuno ha la sua storia da raccontare se pensa a una di queste ricette.
Auguri anche a te,stupidamente me l’ero scordata anch’io!
ciao, ho scoperto il tuo blog tramite una condivisione su fb, e ho trovato belle ricette, tanta simpatia e foto stupenda. mi sono unita ai tuoi lettori, ciao
Grazie mille! Sei davvero gentile!
Appena riesco faccio un salto da te!
Fattaaaaaa! Sta lievitando… poi ti dico!
[…] ogni caso, l’ultimo giorno di vacanza andava sigillato a dovere: la Rosca è già pronta, manca giusto un bel piatto vestito a […]
[…] che viene servito in Messico il giorno della Befana! Il blog in questione è Con le mani in pasta e questa è la sua ricetta. Incuriosita sono andata a ricercarla anche in altri blog, anche quelli in lingua […]
Eccola qua:
http://paneepomodoro.wordpress.com/2013/01/06/roscon-de-reyes-per-la-befana/
Grazie ancora per l’idea!
L’ho appena vista. Ti è riuscita davvero bene!
Ho già programmato il dolce per l’anno prossimo:che ne dici della versione francese?? 😉
Un abbraccio e a presto!
Perchè no?
[…] po’ perchè non ho ancora ben capito come ci siamo arrivati fin qui: dalla Rosca de Reyes dell’Epifania al Carnevale, la lunagione è stata così breve che non abbiamo ancora avuto il […]
Bella la tua versione, bello lo stencil a forma di corona, bello il ricordo e i messico. Bentrovata. 🙂
Grazie Teresa!
Benvenuta!